Tempio di Artemide a Corfù


L’altro tempio dei tre che andremo ad analizzare prima di arrivare a quello finale di Zeus ad Olimpia è quello di Artemide a Corfù; questo è il primo tempio che appare completamente in pietra e la sua costruzione è datata tra il 580 ed il 570 a.C., in questo tempio appaiono dei caratteri che erano rimasti irrisolti nel tempio di Olimpia che però sono delle soluzioni sempre parziali, ben distanti da quelle classiche. Probabilmente le influenze di Corinto possono aver avuto un ruolo preminente nell’elaborazione di questo tempio, infatti Corfù era una colonia corinzia, nel senso che degli abitanti (guidati da Chersicrete) avevano deciso di lasciare la città perché erano stanchi del dominio di una famiglia, perciò se ne vanno ed in parte si trasferiscono a Corfù. Naturalmente l'isola non era disabitata e dalla commistione di queste due popolazioni ne nasce una nuova e da vita al tempio di Artemide.
Le principali caratteristiche che rendono questo tempio particolare sono in primis la pianta (che è unica per quello che riguarda la Grecia continentale ma non è così per quello che riguarda l'Italia meridionale), infatti da questa di nota questa ansia di ottenere una grandiosità di impianto con lo scopo di superare la madrepatria; questa grandiosità viene concretizzata con la creazione di un tempio riccamente decorato e con una pianta che viene chiamata pseudo periptero, che in sostanza è un tempio periptero con un elemento centrale particolarmente allungato ma molto distante dal perimetro, è come se il progetto presupponesse un secondo giro di colonne interno (un tempio che viene chiamato diptero); naturalmente con un sistema di questo genere il collegamento longitudinale salta mentre si conserva la simmetria del lato occidentale con quello orientale ed appare per la prima volta la divisione in tre navate della cella interna (divise da due file di colonne che non qualificano lo spazio interno come invece accadeva nel tempio di Era). Anche nella facciata appaiono alcune novità anche se bisogna riscontrare il fatto che le colonne sono molto tozze (che in questo caso il rapporto è di 1:3, ancora più rispetto all’uno a quattro del tempio di Hera ad Olimpia) e gli interassi sono molto variabili, naturalmente questo si ripercuote sulla trabeazione ed in particolare sul fregio, in particolare i mutuli sono molto diversificati con mutuli più ampi in corrispondenza dei triglifi e mutuli minori in corrispondenza delle metope. Infine nel collarino delle colonne, nelle scanalature sottostanti, sono presenti tutta una serie di motivi decorativi floreali che ricordano le soluzioni dell'età micenea (la porta di Atreo)
Di novità riscontriamo che per la prima volta il triangolo del frontone presenta delle sculture, naturalmente inserire delle sculture in uno spazio triangolare crea alcuni problemi, in particolare inserire figure di diversa altezza in uno spazio che pian piano diminuisce. In questa fase greci, ma anche per tutta l'età arcaica, cercano di risolvere questo problema in maniera diversa rispetto a quanto si vedrà in età classica; in questo periodo il sistema era quello di porre al centro una figura dominante e poi simmetricamente disposte a questa figura centrale vengono collocate varie figure, che presentano anche degli episodi che non c'entrano niente. La figura centrale è quella della gorgone, a fianco delle pantere, episodi della guerra di Troia e delle figure sdraiate; questi figure però sono bidimensionali (la terza dimensione è una conquista di Fidia e dell’età classica), non hanno alcun legame tra loro ma hanno di particolare che sono molto curate nel dettaglio (che invece si perderà nel mondo classico). 

Le novità di questo tempio sono il fatto che per la prima volta lo spazio interno viene suddiviso in tre "navate".

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