Come abbiamo
detto Pisistrato vuole costruire un tempio degno del potere conquistato dati,
quindi nello spazio di fronte al tempio più antico costruisce un nuovo tempio
dedicato ad Atena Poliade di cui non esiste più niente se non delle rovine,
perché distrutto durante le guerre persiane. Questo tempio potrebbe essere
anche stato iniziato nell'età di Solone (intorno al 594 a.C.), anche se non
aveva la forza di Pisistrato; possiamo dedurre un intervento di Solone dall'uso
del materiale utilizzato, nell'area infatti sono stati trovati i resti di un
calcare molto duro che si chiama poros, che proviene dal Pireo, un calcare che
si mostra più adeguato della costruzione rispetto al calcare che veniva
precedentemente utilizzato e che era un calcare conchilifero, che veniva
estratto dalla collina dell'Acropoli. Con l'avvento dei pisistratidi viene
introdotto ad Atene un nuovo materiale che è in calcare che si chiama Carà
(nome anche di un centro abitato vicino alla terra natale dei pisistratidi), si
tratta di un calcare compattissimo e durissimo, ma che soprattutto si riconosce
perché ha un colore roseo, quindi delle architetture costruite da Pisistrato e
dei suoi figli sono costruite con questo materiale, il quale diventa un
elemento distintivo.
Il
tempio fu iniziato nel 560, cioè quando Pisistrato diventa tiranno, e però
rimane incompleto alla sua morte nel 528, di figli lo completano nel 520. Dal
punto di vista architettonico di impianto presenta ancora caratteristiche
arcaiche, anche se con proporzioni ben prolungate, ma soprattutto rivela una
dipendenza artistica da Corinto, perché anche qui la cella è suddiviso in due parti (cioè è presente una specie di adyton) e la seconda è suddiviso a sua volta in tanti piccoli ambienti; inoltre si ricollega al tempio di Corinto per la diversa distanza delle colonne del fronte e quelle dei lati, la contrazione angolare di 31 cm e la curvatura delle stilobate. Ma mentre a Corinto il tempio era notevolmente allungato, qui troviamo 6x12 colonne (insolitamente tozzo) Interessante è
un aspetto che rivela la presenza ionica di cui abbiamo parlato e che
consistono nell'uso di colonne ioniche che sono situate all'interno della
cella; inoltre è la presenza lungo tutto il muro della cella e del naos è
presente una specie di fregio decorativo così come si fanno i templi ionici
contemporanei (il tempio di Samo, completato nel 560, costituisce l'esempio
principale per questi apporti). Permangono comunque le proporzioni tozze, la
non perfetta assialità tra l’assi delle colonne e i triglifi e il problema
dell’angolo.
Per quello che riguarda le sculture, al periodo di Solone,
la loro disposizione non si discosta molto dai discorsi che abbiamo fatto per
gli altri templi, c’è in alto un motivo centrale e poi si corrispondono le
scene in maniera da riempire il triangolo del frontone. Durante la fase
pisistratica si cambia registro della rappresentazione e sul frontone vengono
collocate delle sculture che narrano una delle fatiche di Eracle, le quali però
permettono di occupare tutto il triangolo senza dover spezzettare in più scene,
inoltre tutte le sculture si riferiscono ad un episodio specifico (si introduce
quel senso della narrazione che mancava); inoltre le figure emergono dalla
parete di fondo conquistando in parte la terza dimensione.
Come abbiamo visto i problemi principali sui quali dibattono
gli architetti dorici sono quelli relativi alla ricerca di un proporzionamento
tra il rettangolo esterno ed il rettangolo interno, che viene definitivamente
risolto con la compensazione classica ottenuta nel tempio di Zeus ad Olimpia;
naturalmente questa risoluzione permette anche di eliminare il conflitto
angolare e il problema della non perfetta assialità tra l'asse della colonna e
il triglifo.
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