L’altro edificio che viene costruito in età periclea sono i propilei, sappiamo che i costi di realizzazione furono altissimi (molto più rispetto quelli del Partenone), determinato soprattutto dalla posizione dell'edificio in una zona fortemente scoscesa, questo richiese moltissime operazioni di livellamento o di taglio di roccia in maniera tale da collocare l'edificio. L’architetto Mnesicle (allievo di Ictino) prende spunto dall'asprezza del terreno per progettare delle soluzioni che diventano elementi distintivi di questo edificio,
il progetto obbedisce ad una perfetta criterio di simmetria (con asse di simmetria corrispondente all’asse della strada delle processioni) e ripropone la pianta del modello più antico, ma vengono ampliate le dimensioni, passando da 4 a 6 colonne; si mantiene la disposizione dei vestiboli (infatti quello d'ingresso è più stretto di quello d'uscita, separati da una scalinata e differenziati in altezza, cioè il vestibolo orientale è più alto rispetto a quello occidentale). Accanto a questo nucleo centrale vengono realizzati due edifici simmetrici configurati con l’architettura templare (perché presentano tre colonne fra ante e frontonate, ma più basse di un terzo rispetto al corpo centrale e con tetto a padiglione), tra i due quello di sinistra svolgeva compito di pinacoteca mentre quello di destra non fu completamente realizzato per la presenza dell'antico muro miceneo, in quanto Pericle trovò resistenze fortissime da parte dei sacerdoti che abitavano quell'area. Questo non preclude l’idea di Mnesicle di creare una struttura simmetrica, infatti l'architetto realizza una finta facciata, arretrando il muro dietro le colonne.
Tra l’altro le pareti della pinacoteca sono caratterizzate dalla presenza di alcune aperture che non sono perfettamente simmetrica, tuttavia questa scelta è meditata in quanto se non avesse posto l'apertura d'ingresso in modo così asimmetrico, percorrendo la strada che porta all'Acropoli, le colonne si sarebbero sovrapposte all'apertura precludendo l'idea di simmetria che l'architetto voleva realizzare.
Un elemento peculiare di questo edificio è la presenza dell'ordine ionico al suo interno, in particolare 6 colonne sono collocate lungo il percorso che veniva attraversato durante la processione. Inoltre come nel Partenone troviamo una nuova concezione di spazio interno e anche l'intenzionalità di realizzare delle facciate molto compatte dal punto di vista della peristasi.
Entrando all'interno dell'edificio il visitatore è colpito da questa sensazione di slancio verticale dello spazio, perché l'interno è articolato con le colonne ioniche che sono snellissime e altissime (il contrasto tra le colonne doriche e quelle ioniche è poco evidente perché si assiste a una sorta di commistione e una reciproca influenza tra i due ordini); si passa quindi da un ordine dorico con rapporti di 1:5,48 ad un rapporto interno di 1:9 (anche se non abbiamo qui rapporti proporzionali che abbiamo trovato nella Ionia in quanto i rapporti sono in genere al di sotto dell’1:9,1 perchè influenzati dall’ordine ionico); questa differenza di altezza si evidenzia con il fatto che al fregio dorico esterno corrisponde in altezza all’architrave ionico interno. Inoltre si passa da una parete compatta della peristasi a uno spazio molto libero, determinando questo tipo di contrasto; vi è poi un tetto a cassettoni in marmo finemente decorati che viene tenuto da una trabeazione con elementi in ferro che rendono la struttura più rigida e leggera (per evitare il carico di punta).
Salendo le scale che separano il vestibolo occidentale con quello orientale si trova una parete completamente diaframmata con pilastri (distanziati tra loro in maniera diversa) che si contrappongono alle colonne ed è posta perpendicolarmente alla via che attraversa l’edificio (per creare movimento all’interno); anche la scale presenta un elemento peculiare, ovvero fatto che l'ultimo gradino è fatto di un materiale diverso dal marmo pentelico, in quanto è fatto di pietra di eleusi (che introduce questa nota di colore in quanto grigia); infine ci si trova dinnanzi all’Acropoli in una posizione tale che permetteva la visione dall’angolo del Partenone (la posizione privilegiata dai greci).
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