La
città di Priene appartiene territorialmente all'attuale Turchia, allora la
regione di appartenenza era quella della Caria, esattamente la città si trova
in una sorta di promontorio che prospetta l'isola di Samo; le influenze Samo e
Priene saranno notevoli in campo artistico e anche in campo culturale.
Attualmente la città è una sorta di scavo a cielo (nel senso che non è una
metropoli contemporanea), questo importante perché in questo modo ha mantenuto
la sua integrità architettonica ed urbana, questo ci può dare notevoli
informazioni sia sull'impianto urbano delle città ioniche, sia sulle sue
architetture. La città di Priene viene ricordato soprattutto per due motivi
essenziali: per la caratteristica dell'impianto urbano (caratterizzato da uno stretto rapporto delle
architetture della città stabiliscono con il paesaggio) e per la presenza del
tempio di Atena Poliade che rappresenta dal punto di vista architettonico una
sintesi emblematica e forse mai superato degli elementi propri
dell'architettura dorica e gli elementi tipici dell'architettura ionica. Ma
soprattutto è importante perché ci permette di capire come era costruita una
città proprio alle soglie dell’ellenismo.
Priene già
nel 1600 d.C. era oggetto di studi da parte soprattutto degli inglesi, che
leggendo Strabone, avevano trovato le indicazioni di questa città abbastanza
caratteristica proprio per il suo impianto urbano ma soprattutto per
l'imponente tempio che possedeva. Già a quel tempo ci furono le prime
spedizioni per cercare di capire dove fosse collocato geograficamente la città,
questi primissimi studi hanno soprattutto consentito di scartare l'ipotesi che
l'attuale suolo occupato dalla città di Priene fosse quello originario; infatti
in seguito agli studi si è venuto a sapere che l'originario impianto si trovava
più vicino alla costa, ma in seguito alle alluvioni del fiume su cui si trovava
gli abitanti decisero di spostarsi verso la collina. Priene è importante dal
punto di vista archeologico anche perché nell'ottocento fu sede di scavi
condotti in maniera moderna, nel senso che mentre prima gli scavi avvenivano
verticalmente confondendo le diverse epoche storiche, con Priene per la prima
volta si iniziano ad effettuare scavi archeologici orizzontali in modo che le
informazioni sulle diverse epoche non sono confuse.
Come si vede
dalla pianta la struttura urbana non è del tutto originali, in quanto riprende
la struttura progettata a Mileto da Ippodamo, nel senso che l'impianto urbano
di Priene si basa su un reticolo di strade tra loro parallele e perpendicolari,
all'incrocio di queste strade si formano gli isolati. L'eccezionalità di questa
città è che mentre Mileto era una città costruita in pianura, e quindi un
sistema come quello ippodameo era facilmente applicabile, Priene si struttura
su quattro diversi terrazzamenti (questa è l'eccezionalità della città, ovvero
applicare lo schema rigidamente geometrico nato per essere applicato in pianura
su una suolo molto scosceso). Qui entra in gioco il fattore paesaggio perché
coloro che progettarono la città sfruttarono tutte le caratteristiche del suolo
dava (rispettando però un criterio rigidamente geometrico) per far si che
l'architettura interagisce con il paesaggio, questo si capisce perché la
progettazione dei singoli edifici segue chiaramente un criterio di tipo
paesaggistico (l’architettura aderisce perfettamente all’orografia del sito).
Si passa dalla parte più bassa della città, che poggia su una terrazza alta 30
m sul livello del mare fino ad arrivare all'Acropoli che è alta 381 m, in mezzo
troviamo il terrazzamento dell'agorà che si trova a 70 m sul livello del mare,
la zona del tempio a 97 m e la zona del santuario a 130 m.
Sulle
mura della città si aprono le porte urbane su cui si impiantano i tre maggiori
assi di collegamento, insieme a queste tre troviamo altre strade longitudinali
(che sono tutte carrabili e di una larghezza di 7 metri), mentre le strade al
loro perpendicolari sono prevalentemente scalinate. Sulle tre strade principali
troviamo gli edifici di maggior importanza, anche se differentemente da Mileto
a Priene non è presente una zonizzazione (cioè la città non è divisa in zone in
base alle categorie che ci abitano). La divisione a scacchiera del territorio
prevede una suddivisione in lotti, i quali a loro volta erano divisi a seconda
delle funzioni che dovevano ospitare (per esempio la agorà occupa lo spazio di
due lotti), i lotti che venivano divisi in parti erano in genere lasciati
all’edilizia residenziale, la cui cellula più semplice (che costituiva un
ottavo del lotto) era costituita da un ingresso che dava su un corridoio e su
un cortile, sul quale si affacciavano i principali ambienti della casa (con il
megaron).
L’agorà era la vera e propria piazza di riunione dei cittadini, ovvero non si svolgevano i mercati al suo interno, si presenta come un grande spazio aperto su cui insistevano numerosi basamenti su cui erano presenti statue di divinità e un grande porticato si affaccia sulla piazza; una porticato che nella zona sud è protetto da una bassa cortina muraria proprio per proteggere dagli agenti atmosferici le persone che circolavano all'interno di questo portico, infatti su di esso si affacciano numerose botteghe. Il lato a nord era su un livello superiore, eccedibile attraverso una scalinata (dove cittadini si potevano sedere per ascoltare le discussioni che avvenivano all'interno della piazza), dove si trova la stoà, che è un grandissimo portico con un ordine architettonico dorico esterno (costituito da colonne doriche più piccole) e un ordine architettonico ionico interno, che strutturalmente serve per sostenere la struttura. Dietro questo portico si trovano dei piccoli ambienti che svolgevano un ruolo di archivio della città e si trovavano anche il buleuterion (luogo di riunione della classe dirigente, la bulé) pritaneum (luogo di riunione dei servitori). Naturalmente anche a Priene erano presenti degli edifici deputati all'educazione fisica e mentale cittadini, in particolare erano presenti due ginnai, uno più vecchio nella parte nord e uno più recente nella parte più bassa (insieme allo stadio).
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