Il periodo di Formazione (dalle invasioni al primo tempio)

È quel periodo compreso tra le invasioni doriche, ioniche ed eoliche (che si fanno coincidere con gli inizi del 1200, esattamente 1190) fino al momento della creazione dell’architettura greca vera e propria (che coincide con VIII secolo). Questo periodo è molto importante perché durante questi secoli si attuano quei cambiamenti dal punto di vista politico, sociale e religioso che permettono la creazione della civiltà greca vera e propria. All’interno di questo arco temporale compreso tra il XII e l’VIII secolo si individuano dei sotto-periodi che sono:
  •             Medioevo ellenico o periodo sub-miceneo (1190-1050 a.C.), che vede le grandi invasioni doriche, ioniche ed eoliche
  •             Periodo protogeometrico (1050-900 a.C.)
  •              Periodo geometrico (900-700 a.C.)
Nel periodo sub-miceneo si assiste a questo fenomeno delle invasioni da parte di questi popoli cheprovengono dalle regioni balcaniche e arrivano ad occupare tutta la zona peninsulare e anche le isole, distribuendosi in maniera diversificata su tutto il territorio, la dove erano presenti delle condizioni di abitabilità adeguate. Si assiste anche ad un rivolgimento politico e socio-economico di notevole importanza poiché gli usi e costumi nuovi si uniscono a quelli del posto per creare una società su basi nuove, questo processo di fusione viene accelerato dalla introduzione di apporti orientali, in quanto queste popolazioni provenivano da luoghi molto lontani, più o meno la Russia meridionale. Oltre a questo si può anche registrare l’inizio di una migrazione da pare di questi dori, ioni ed eoli dalla Grecia verso la costa opposta dell’Anatolia per motivazioni politiche o di territorio.

Per quello che riguarda l’invasione sono state fatte due ipotesi, una secondo la quale si trattasse di una invasione pacifica e l’altra invece che si tratti di una conquista. La prima teoria dice che questi nuovi popoli occupano facilmente i territori della greci, in seguito ad un indebolimento del potere delle città greche in seguito ad una sempre più crescente influenza della civiltà egiziana, alla ricerca di terre favorevoli all’agricoltura e alla pastorizia.
La teoria dell’invasione e quella che fu privilegiata dai greci poiché in età classica, per aumentare il prestigio di questa tradizione etnica dei loro progenitori, viene elaborata questa teoria che viene chiamata teoria delle invasioni o ritorno degli eraclidi (cioè il ritorno dei discendenti di Eracle). Secondo questa teoria, ancora prima che i Dori giungessero nella penisola greca, questi abitavano già in Grecia, nel Peloponneso, successivamente il re, sentendosi minacciato da alcuni ribelli, chiese aiuto ad Eracle il quale lo soccorre, tuttavia i ribelli riescono ad avere il sopravvento e cacciano i Dori; quando i Dori ritornano intorno al 1200, si ritendono di discendenti degli stessi Dori aiutati da Eracle e soprattutto si ritenevano gli eredi di quel territorio, sicché ritenevano gli eoli e gli ioni degli intrusi e quindi cominciarono ad esercitare una certa pressione per impadronirsi della penisola.

Nel periodo protogeometrico si assiste a questa massiccia colonizzazione da parte degli eoli e ioni, che occupano sistematicamente la costa anatolica con insediamenti stabili, venendo a loro volta a contatto con le popolazioni aborigene di questa regione.
Intanto sulla penisola i Dori iniziano ad organizzarsi con una struttura politica e sociale che chiamiamo polis, che è un modello di convivenza civile  in quanto tutti i cittadini si sentivano padroni del territorio occupato e quindi tutti concorrevano al mantenimento del territorio e a conseguire una pacifica convivenza con gli altri cittadini; il tutto permeato da una profonda spiritualità che anima ogni azione da parte dei greci.
In generale la polis greche sono sostanzialmente formate da quattro parti, anche se alcune possono anche non essere presenti:
·       Acropoli, che generalmente è la parte più alta della città ed è anche il luogo sacro, cioè quel luogo dove sono collocati i santuari e i luoghi di culto
·       Asty, che è la vera e propria città
·       Agorà, che è la piazza principale dell’asty, che ha inizialmente una funzione commerciale, ma che a partire dal V secolo assume anche un ruolo di centro politico
·       Chora, che è la campagna circostante che permette il sostentamento della popolazione
In questo periodo l’attività edilizia è molto ridotta, anche perché la situazione economica è molto difficile, di contro si assiste ad una notevole ricchezza nella produzione di ceramica, caratterizzata dalla presenza di moti astratti e soprattutto geometrici, tali da dare il nome a tutto il periodo (in questo momento, insieme a Corinto, si affaccia al mondo Atene, proprio per la produzione di ceramiche nella zona bassa dell’acropoli).

Per quello che riguarda le invasioni, i Dori si stanziano prevalentemente nella Grecia meridionale (nel Peloponneso e nell’isola di Creta), gli Eoli si stanziano prevalentemente nella Tessalia e nelle Beozia e gli Ioni in Attica ed Euboea. Questi stanziamenti sono importanti perché determinano in maniera chiara le aree di influenza di queste popolazioni, dove poi si tradurranno nell’architettura dorica, ionica ed eolica.
Trascorso un breve periodo di assestamento cominciano a crearsi quei malumori, che derivano essenzialmente dalle pretese dei Dori, che inducono numerosi immigrati a dirigersi verso le coste dell’Anatolia. I primi a muoversi sono gli Eoli, che seguono un percorso che sarà percorso anche da gli altri popoli perché prima di arrivare a toccare l’Anatolia, iniziano ad occupare le isole che si trovano in mezzo, in questo caso l’isola di Lesbo e poi in terraferma, occupando il territorio che costituisce l’antica Mysia e la Troade.
Pochi anni dopo comincia la migrazione Ionica che procede dall’Eubea, verso le isole Cicladi, poi le isole di Chios e Samos, per poi arrivare alla terraferma, territorio che viene chiamato Ionia (territorio importantissimo).
I Dori in realtà non avevano necessità di migrare e quindi la loro migrazione va intesa come una politica di espansione verso le isole del Dodecaneso.
Queste popolazioni che si stanziano in Anatolia, come già detto, trovano popoli di grande tradizione storica perché i Misi, i Lidi, i Cari e i Lici avevano avuto una tradizione storica ed artistica rilevante poiché erano nati dalla disgregazione dell’impero Ittita.
Altro elemento che bisogna tener presente è l’organizzazione politica e sociale di queste aree che si sono formate sulla costa dell’Anatolia. In genere queste città, fondate da personaggi illustri (chiamati ecisti), si organizzavano in una forma autonoma però mantenevano sempre un legame con la loro madrepatria, costituendo delle colonie chiamate secondarie (diversamente dalla seconda colonizzazione). Lo stanziamento in queste zone porta questi gruppi, che provenivano da varie città della Grecia, ad allearsi formando una sorta di sinecismo che non implicava un rapporto di sudditanza; per rinnovare questo patto di solidarietà annualmente si tenevano delle feste religiose in un santuario che era scelto e finanziato da tutte le città; per esempio la confederazione eolica era formata da dodici città che formavano la cosiddetta Dodecapoli (che si riunivano a Panosio), così come le città ioniche e doriche che formavano una seconda Dodecapoli (che si riuniva a Neandria) e una Esapoli (che si riuniva a Cnido).

Come abbiamo detto nell’età protogeometrica si assiste alla creazione della polis e l’attività architettonica è molto ridotta, però sono stati trovati dei resti di caseggiati importanti che riprendono il tema del megaron, che sono stati identificati come delle case appartenenti ai re, con una organizzazione planimetrica più articolata del semplice megaron, in genere tre parti, che potrebbero costituire un precursore della cella del tempio, composti da una parte antistante che si chiama pronaos, una centrale, che è la cella, e una parte retrostante che si chiama opistodomo.
Le cerami che si distinguono per la presenza di diversi registri ognuno con una decorazione specifica, in genere molto stilizzati, con le strisce nere che formano i disegni e quelle chiare che riempono.

Nel passaggio dall’età protogreometriaca e quelle geometrica si abbandonano le decorazioni astratte a favore di una decorazione fortemente geometrica formata da elementi molto semplici e lineari (svastica, greca e meandro), che danno il nome al periodo. In questo periodo si mantiene la colorazione a strisce nere e chiare anche se in questo caso le strisce chiare sono ora i disegni geometrici; questo processo di sostituzione di zone nere con zone chiare si afferma gradualmente.
Anche nella ceramica si assiste alla comparsa della figura umana, parallelamente alla religione.

L’VIII secolo, dopo la fine dell’età geometrica, è il secolo in cui prende forma l’architettura templare, che rappresenta l’elemento peculiare dell’architettura greca, la cui peculiarità in parte deriva necessariamente dall’architettura geometrica e protogeometrica, che dà luogo ad un linguaggio che si basa sulla mentalità greca che si caratterizza per l’amore per la scienza, l’amore per la politica e un interesse per l’arte (come ideali di bellezza e perfezione).
Questo processo cambia nel tempo e assume colorazioni diversificate nel tempo, anche se per quello che riguarda l’architettura si tende a considerare un unico periodo che va dal 700 a.C. (quando si elabora l’edificio templare) al 31 a.C. (la battaglia di Azio), mentre questo stesso periodo si divide, per quello che riguarda la cultura greca in generale, in sotto-periodi ciascuno con caratteri propri:
1.     Periodo arcaico (700-480 a.C.), ovvero fino alla seconda guerra persiana, che corrisponde con il tramonto dell’impero persiano e l’ascesa di Atene, questo periodo di può suddividere in più fasi:
·       Una prima fase che va dal 700 al 625, che si chiama fase orientalizzante, perché quelle influenze orientali di cui abbiamo già parlato in questo momento diventano fondamentali e toccano i campi dell’arte
·       Il secondo periodo va dal 625 al 480 ed è il periodo che vede la trasformazione del tempio greco da ligneo a lapideo
2.     Età classica (480-323 a.C.), ovvero fino alla morte di Alessandro magno, anche in questa età si distinguono:
·       Periodo di transizione o età severa (480-450)
·       La prima età classica (450-404)
·       La seconda età classica (404-323)
3.     Età ellenistica (323-31 a.C.), in questo periodo nel 146 la Grecia diventa provincia romana quando i romani conquistano Corinto
All’interno di tutti questi periodi sceglieremo dei monumenti che sono significativi e propedeutici al periodo.

La trasformazione della religione greca da iconica ad antropomorfica determina un’esigenza molto chiara da parte delle popolazioni greche, cioè quelle di trovare un luogo adatto ad ospitare il simulacro della divinità; in un primo momento sembrò opportuno che l’abitazione più adatta fossero quelle case che erano appartenute ai re dell’età precedente oppure utilizzare i megra sopravvissuti alle invasioni dei Dori, Ioni ed Eoli. Di questi megra l’unico rimasto era quello del palazzo di Tirinto, molto simile a quello di Micene e con un non facile accesso; a partire da questo momento il propilon assume un dimensione più monumentale e rappresentativo, caratterizzato dalla presenza di due colonne sia dal lato interno che dal lato esterno, che danno l’accesso alla zona dell’altare e poi al megaron dove e collocato il simulacro.
 La nuova destinazione d’uso dell’acropoli aveva determinato un afflusso di fedeli notevole, che venivano anche da lontano per pregare al simulacro della dei Hera, diventando il più importanti dei santuari dedicati alla dea. L’aumento del numero dei fedeli provocò un’inadeguatezza del territorio, gli abitanti di Tirinto decisero quindi di spostare il simulacro della divinità alla falde dell’acropoli fondando il primo nucleo del tempio di Argo, che prende nome dalla pianura. Di questo tempio non sono stati trovati resti ma soltanto dei modelli fittili, da questi si può vedere come si tratti nella struttura di un semplice megaron, anche se più ricercato, e riccamente decorato all’esterno (con una decorazione desunta dal modello ceramico).
Il passaggio successivo a questa struttura semplice, in quanto la struttura del tempio di Tirinto viene identificato con la cella, intorno alla quale viene costruita una struttura che rendesse monumentale il tempio e che allo stesso tempo lo proteggesse dalle intemperie, ovvero un giro di colonne che si chiama peristasi (ovviamente a questa forma non si arriva così improvvisamente ma bisogna passare attraverso veri passaggi).



Con il 700 a.C. inizia l’età arcaica, all’interno del cui arco temporale si possono individuare alcuni sotto periodi, il primo dei quali si chiama fase orientalizzante (700-600 a.C.); in questa fase si trovano una serie di esperienze che attestano questo graduale passaggio dalla struttura lignea alla struttura lapidea, quindi per tutto questo periodi i templi non sono mai interamente di pietra ma gradualmente la pietra sostituisce il legno, solo a partire dal 600 con il tempio di Artemide a Corfù e con quello di Hera ad Olimpia si attua questo passaggio finale, infatti questi due templi sono interamente costruiti in pietra.
Questo periodo di passaggio è caratterizzato anche dell’incremento di influenze orientali (anche da India, Pakistan ed Iran) che toccano ogni sfera della cultura greca passando attraverso l’Anatolia, che in quel periodo era attraversata da tre grandi vie che la percorrevano e attraverso queste vie giungevano tutta una serie di suggerimenti che venivano raccolti durante il percorso, quindi quando infine arrivavano alla costa erano pieni di influenze.
Questo processo di trasmissione non arrivano tutti con la stessa intensità, mentre alcuni sono accolti con maggiore favore ed altri meno, così anche per la Grecia, in quanto le città come Atene e Corinto accolgono con maggiore intensità questi elementi, mentre città minori subiscono passivamente queste influenze orientali. Altro veicolo di influenza orientale furono i dono che i re orientali facevano alle divinità greche in occasione dei giochi olimpici. Primo effetto di queste influenze di riscontra nei vasi, i quali vedono l’introduzione di figure di animali o scene mitiche.

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