Nel 494 a.C., in pieno dominio persiano, la città di Mileto, capeggiata da Aristagora, si ribella per rendersi indipendente, questo tentativo si rivela non positivo in quanto i persiani, capeggiati da Dario (522-586 a.C.), distruggono la città di Mileto (inizia un periodo nuovo della città, la quale viene ricostruita secondo il metodo ippodameo a maglie); di questa ribellione viene accusata Atene (era più che altro una scusa in quanto Atene era l’ostacolo principale della politica espansionistica verso l’occidente), per questo i persiani muovono verso Atene ed iniziano le guerre persiane. Tuttavia il grande esercito persiano viene sconfitto a Maratona nel 480 a.C. dagli ateniesi; questa vittoria inorgoglii gli ateniesi che vedono alla ribalta due personaggi, Aristide (rappresentante del partito aristocratico) e Temistocle (rappresentante del partito popolare), i due hanno una visione politica diversa infatti Aristide ritiene che la città debba prepararsi ad un contrattacco persiano e debba potenziare la difesa ella città, mentre Temistocle, essendo molto ambizioso, promuove la creazione di una grande flotta di 100 triremi, nella consapevolezza di poter sconfiggere i persiani (questo suo programma era ostacolato dalla scarsità di fondi, ma in quel periodo vennero scoperte le miniere d’argento di Lavrion a capo Suino). Temistocle era talmente potente da accusare il rivale di esser traditore della patria, cosa che comportava come condanna l’ostracismo e quindi l’esilio, quindi Aristide venne condannato all’esilio.
Essendo incontrastato nella sua politica può tranquillamente portare avanti la sua politica ambiziosa, oltre alla costruzione della flotta prevede anche un potenziamento del porto del Pireo e allo stesso tempo promuove una attività edilizia all’interno dell’acropoli per renderla degna della potenza di Atene. Disponendo di somme elevate riesce innanzitutto a sistemare l’ingresso dell’acropoli, cioè il propilon (che prima era un semplice taglio nelle mura e poi diventa più monumentale), mentre all’interno delle mura pensa che il vecchio tempio costruito da Pisistrato dedicato ad Atena Poliade era ormai non più degno di una città così potente, quindi propone di costruire un altro tempio dedicato alla dea Partenos, ovvero alla dea Atena Partenos, ovvero Atena vergine, che doveva occupare l’area che poi verrà occupata dal Partenone, per questo questa costruzione va sotto il nome del pre-Partenone; infatti come prevedeva Aristide i persiani tornano e sconfiggono prima gli spartani alle Termopili e poi proseguono verso Atene, radendola al suolo.
Attualmente esaminiamo la situazione di Atene tra il 490 e il 480 a.C. e vedremo le opere che Temistocle promuove. Prima dell’intervento di Temistocle l’acropoli era sistemata come avevamo visto l’ultima volta che abbiamo parlato dell’acropoli di Atene, mentre Temistocle propone la costruzione di una nuovo tempio a fianco del vecchio tempio di Atena Polias, quello che viene chiamato pre-Partenone in quanto si trova nella stessa posizione del Partenone vero e proprio, il quale utilizza anche parte dei materiali e delle fondazioni del suo precedente, dal quale di discosta solo per le maggiori dimensioni (anche se non di molto). Insieme con questa viene anche ricostruito il propilon, un edificio monumentale che si configura con la forma di un tempio che però ha alcuni caratteri che lo distinguono per le ragioni che vedremo. In età micenea l'ingresso era un semplice taglio nelle mura del Pelargikon, con a fianco uno sperone aggettante che si chiama Pyrgos (torre in greco), questo bastione della parte superiore era dedicato al culto della dea Atena Nike e che lo sarà successivamente al punto che su quest'area verrà costruito il tempio di Atena Nike leggermente posteriore quello di Pericle; prima della costruzione di questo tempio l'area era piuttosto disadorna, costituita da un altare e accanto un piccolo naiskos dove era conservato simulacro della dea. Tornando all'ingresso, quest'ultimo si presentava con una muratura piuttosto grezza e questo è uno dei motivi per cui gli architetti che vengono successivamente rivestirà la cinta muraria con una muratura più regolare e precisa (isodoma) in modo tale da offrire agli occhi del visitatore un aspetto più gradevole, questo però avviene in età periclea. In questo momento, 490-480 a.C., le opere di maggiore importanza sono la costruzione di una gradinata addossata al muro del Pelargikon (dove si sedevano gli spettatori per guardare la processione che proveniva dall'agorà sottostante per proseguire verso il tempio di Atena Polias in occasione delle feste della Panatenee), ma soprattutto la costruzione di un nuovo Propilon che diventa l’ingresso principale, anche se verranno sostituiti dai propilei dell’età di Pericle. Possiamo notare come il nuovo propilon costruito da Temistocle sostituisce il muro miceneo lasciando in piedi soltanto il pezzo di muro vicino al luogo in cui sorgerà il tempio di Atena Nike (infatti i sacerdoti volevano impedire la distruzione di questo muro in quanto considerato sacro, in particolare nell’epoca di Pericle). Il propilon si presenta in forma monumentale, infatti è più grande di quelli che abbiamo visto finora, ed esternamente appare come se fosse un tempio, soltanto il fatto che l’interasse centrale (che consentiva passaggio della processione) è più ampio ci fa capire che la funzione diversa rispetto a quella di un tempio. Inoltre la facciata del propilon viene costruita nel rispetto dei canoni dell'ordine dorico con la sola eccezione, dovuta all’interasse centrale, della presenza di due triglifi tra le colonne centrali (anche se di solito si trova un triglifo in asse con l’asse delle colonne). È interessante osservare fin d'ora che questi edifici pre-Periclei in genere costituiscono la base dei futuri progetti, infatti questo schema adottato nel nuovo propilon verrà utilizzato anche nella costruzione dei propilei di età periclea, così come accadrà nel caso del Partenone; i progettisti di età periclea non fanno altro che ampliare il progetto iniziale, mentre il loro maggiore merito fu quello di costruire edifici di grandi dimensioni in un sito così poco adatto, anche attraverso opere di sbancamento e rimodella tura del suolo.
Anche nel caso del Partenone quello che cambia dall’età di Temistocle e quella Pericle è la dimensione, in quanto viene aggiunta una colonna su entrambi i lati, però la divisione interna è identica, infatti sia nel vecchio che nel nuovo c’è una cella con un ambiente retrostante suddiviso da quattro colonne (una pianta che ricorda il vecchio tempio di Atena Polias ma sopratutto il tempio di Apollo a Corinto).
Quando i persiani tornano alla carica intorno al 480 a.C., entrando dell'Acropoli la radono al suolo, interrompendo i lavori sia del pre-Partenone sia del nuovo propilon; i persiani ritornano ad essere la potenza di un tempo, anche se Temistocle aveva giocato d'anticipo diventando tutta la popolazione attica a lasciare le città per rifugiarsi nell'isola di Salamina e Trezene, perché qui era ormeggiata alla lotta delle 100 triremi; i persiani quindi decidono di affrontare gli ateniesi per mare e subiscono una clamorosa sconfitta distruggendo quasi tutta la flotta persiana, grazie anche a Santippe, padre di Pericle.
Con la vittoria navale di Capo Micale siamo nel 478 a.C., anno che segna la fine delle guerre persiane e segna anche l'ascesa definitiva al potere della città di Atene, mentre i persiani perdono il ruolo di potenza egemone. Di fronte però il pericolo che persiani tornassero una terza volta alla carica viene istituita la lega delio-attica, che è una sorta di alleanza fatto tra tutte le città ionice e doriche (tra le quali però Atene esercitato un ruolo primario), che richiedeva al versamento annuale di un certo contributo per l'eventuale difesa contro i persiani e viene scelto come punto di raccolta il santuario di Apollo a Delo.
Dopo il 478 a.C. quando gli ateniesi in città, la trovano quasi completamente distrutta e come in tutte le fasi così incerte il dibattito politico è molto acceso, perché alcuni avevano certi orientamenti per quello che riguardava la ricostruzione mentre altri volevano diversificarsi; il problema principale rimaneva però il fatto che le risorse erano poche (perché avviene era uscita dissanguata da queste guerre), per questo si decise di utilizzare i materiali distrutti per la ricostruzione così da ammortizzare le spese. Questo però incontrava degli ostacoli, soprattutto nell'ordinamento religioso secondo il quale era vietato allontanare i corpi di fabbrica fuori da luogo in cui erano stati utilizzati, altri invece sostenevano che bisognava delegare questa norma perché questi elementi erano stati toccati da mani impure. Alla fine prevalse il buon senso, parte delle macerie vengono sotterrate (creando la colmata persiana) e parte vengono riutilizzate, così Temistocle procede alla ricostruzione del lato settentrionale dell’acropoli utilizzando i materiali distrutti (vengono utilizzati persino i rocchi del pre-Partenone e i resti del frontone del tempio di Atena Polias); oltre a questo provvede a costruire e a potenziare il porto del Pireo, luogo che dovevo aspettare la famosa flotta; per la ricostruzione del porto Temistocle chiama Ippodamo da Mileto come urbanista, che struttura la nuova città attraverso una schema a maglia, dividendo anche le varie zone destinandole a una certa funzione, ciascuna di queste aree ha il suo porto (che permetteva di compiere le mansioni in maniera più organica); in seguito Pericle collegherà il Pireo con la città con un corridoio difeso da mura.
Oltre a costruire la difesa dell'Acropoli, Temistocle vuole provvedere anche alla difesa della città che si era sviluppato alle falde dell'Acropoli, per questa ragione costruisce una cinta fortificata che racchiude il centro abitato. La costruzione di queste mura, sulle quali si aprono 13 porte, comporta dal punto di vista urbanistico la sistemazione costituita dall'agorà greco-ellenistica e dell’area del ceramico, il quale viene diviso in ceramico interno e ceramico esterno (l'area era anche importante perché al suo interno si sviluppava la via su cui si svolgevano le processioni che da Eneusi (?) portavano all’Acropoli durante le panatenee, attraverso la porta sacra, chiamata dipilon).
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