La civiltà minoica


Come abbiamo detto sulla terraferma, rispetto alla situazione cretese, l’ambiente politico e sociale è molto diverso poiché non aveva molti scambi con l’esterno, una società che concentra la propria vita sull’agricoltura e sulla pastorizia, insediata in piccoli gruppi autonomi con dei capi, che facevano riferimento ad un unico re (che però non ha un ruolo egemonico), così come non avveniva a Creta.
Questa chiusura si spiega con il fatto che queste popolazioni erano spesso soggette ad incursioni esterne, soprattutto intorno al 1700 quando iniziano a premere verso l’Argolide (dove le città di Corinto e Tirinto iniziano ad assumere una notevole importanza) dove c’erano diversi motivi di attrazione.
Questo tipo di preoccupazione dimostra anche la volontà di proteggere il loro sito attraverso la costruzione di poderose mura (inesistenti a Creta).
A partire dal 1700 si incominciano a registrare contatti tra l’isola di Creta e la terraferma micenea iniziano ad attuarsi degli scambi, che in un primo momento sono a favore di Creta, in seguito però i micenei cominciano ad assimilare i costumi cretesi, modificano le loro forma di vita, cominciano ad aprirsi verso l’esterno, iniziano a crearsi gruppi più grandi che si organizzano in piccoli staterelli autonomi, che vengono governati da un unico re.

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