Dal punto di vista cronologico tra il tempio di Hera e quello di Corfù si inseriscono le costruzioni dei tesori, tra i quali il più importanti è quello costruito dalla città di Gela, per questo è un’espressione di quella che potrebbe essere definita una architettura provinciale. Inizialmente questo tesoro era formato da una specie di basamento all'aperto sul quale si stagliavano delle statue votive, successivamente questo basamento vendi chiuso da una costruzione (chiamata oikos) però l'orientamento di questa costruzione era piuttosto anomalo ed infelice perché gli ingressi erano laterali; per questa ragione intorno al 560 (trent'anni dopo Corfù) si invertì l'asse d'ingresso e viene costruita una specie di facciata che ricorda molto da vicino una facciata di un tempio, che viene esaltata da una policromia spiccata di elementi fittili (tipica delle città coloniali ed in Anatolia).
Ciò che interessa a noi sono le decorazioni, in quanto mancano i triglifi e i mutuli, sicché la frenesia ornamentale si riversa su lastre fittili che rivestono tutto il geison, così come la sima.
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