Tempio di Apollo a Corinto


Come spesso abbiamo detto Corinto è una città di notevole importanza soprattutto per quello che riguarda la diffusione della ceramica e a partire dall'età orientalizzante diventa in questo ambito anche più importante di Atene. Questa importanza coincide anche con l'avvento coincide anche con l’avvento nel 620 a.C. della famiglia degli Cipselidi con Cipselo (che diventa tiranno), che porta Corinto ad essere la città più potente della Grecia, dopo aver cacciato i Bacchiadi che avevano instaurato nella città un governo oligarchico molto duro (tanto da far partire i coloni verso Corfù e Siracusa). La famiglia adottano una serie di iniziative che vengono ben accolte dalla popolazione, come lo sviluppo di una attività edilizia intensa e una politica espansionistica molto accesa. Cipselo promuove anche la costruzione di un tempio che doveva essere espressione di questo potere acquisito, quindi pensa di costruire nell'area un tempo fatta da un altro tempio un tempio dedicato ad Apollo, che viene costruito completamente dal figlio intorno al 540 a.C. (costruito grazie anche alla tassa per il trasporto via terra delle navi, il diolcos). Questo tempio del 540 sorge su un'area già insediata, un'area che era già occupata da un tempio costruito intorno al 670 (il pianeta orientalizzante), di questo primo tempio abbiamo solo informazioni letterarie dalle odi di Pindaro (che lo esalta per la sua magnificenza in quanto in esso erano state elaborate tutte le parti costitutive del tempio). Viene quindi costruito il nuovo tempio che presenta dei caratteri che non si discostano molto da quelli ai quali siamo abituati, si tratta di un tempio arcaico del quale si possono facilmente riconoscere le caratteristiche. Sicuramente elemento che colpisce maggiormente è l'eccessiva lunghezza che arriva ad essere uno a tre (tipicamente arcaico); questa eccessiva lunghezza è determinata anche dalla presenza di un altro elemento che viene aggiunto alla cella e che rimarrà costante di tutti i templi dedicati ad Apollo, si tratta di un ambiente quadrato che sta dietro la cella che si chiama aditon, che può avere varie funzioni, in genere era dedicata a una divinità imparentata con quella principale (oppure poteva essere utilizzato come stanza dove venivano riposti i doni votivi per la divinità, chiamati anathemata). Troviamo inoltre una collocazione delle colonne che presenta alcune linee di oscillazioni di interassi, però possiamo anche riscontrare la presenza di alcuni elementi che verranno riutilizzati in età classica, il primo è l'aumento di gradini sul crepidoma mentre il secondo è la perfetta corrispondenza tra il profilo esterno nel naos e l'asse della seconda della quinta colonna. Altri elementi, che rappresentano però una commistione di elementi arcaici ed elementi innovativi, vi troviamo nell'alzato, innanzitutto lo sviluppo scarsamente elevato delle colonne accomuna questo tempio quelli che abbiamo già esaminato (anche qui il rapporto è di uno a quattro), la colonna è monolitica, però il capitello inizia ad avere un profilo più verticale verso i 45° (che diventerà tale nell'età classica), per quanto riguarda gli elementi arcaizzantisi avvertono la mancanza di assialità tra la colonna e il triglifo sovrastante e la differenza di larghezza dei mutuli (più larghi quelli sopra i triglifi, più stretti quelli che si sovrappongono alle metope). Un altro elemento innovativo è riscontrabile nell'uso dei cosiddetti accorgimenti ottici, in particolare lungo i lati nella parte centrale il gradino veniva rialzato di pochi centimetri che permettono a quelli che vedono dall'esterno la linea completamente diritta.

Novità sostanziali di questo tempio sono la presenza dell'adito, del crepidoma con più scalini e la presenza degli accorgimento ottici.

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