Il quarto tempio di Samo (Heraion IV)


Il quarto tempio di Samo viene costruita nel 535 a.C. e guarda per le soluzioni adottate all’Artemision e a Didymaion. Il 538 a.C. è l'anno in cui Policrate prende il potere dell’isola, è talmente ambizioso da pensare di liberare la Ionia dall’impero Persiano; come tutti gli altri tiranni segue una politica espansionistica (stabilendo una sorta di protettorato), ma soprattutto vuole che l'isola e la sua città diventino una sede di grande importanza, per questa ragione chiama corte numerosi personaggi come Anacreonte (poeta lirico) e altri, ma non riesce a trattenere Pitagora. Inoltre promuove una attività edilizia concentrata nel santuario, le sue grandi innovazioni edilizie si concretizzano nell'approvvigionamento idrico della città costruendo un acquedotto chiamando a corte Eupanino, che scava una grande galleria che ancora esiste; insieme con questa opera vengono anche costruiti due lunghi bracci nel porto che aumentavano la possibilità di attraccare più navi. Infine viene costruito anche un palazzo, la cui ubicazione non sappiamo dove fosse simile al palazzo dove sono stati trovati i capitelli di Larissa, ovvero una struttura con due torri e un elemento frontonato centrale (questa struttura diventerà molto usata nel mondo romano).
 L’ultima impresa che Policrate attua è quella di ricostruire l’Heraion III, inizia la costruzione ma non la vede completare perché viene ucciso vittima della sua ambizione, il completamento del tempio avviene addirittura in epoca romana (anche per le sue notevoli dimensioni). Si tratta di un tempio di 55,16 per 112,20 metri, dimensioni che non vennero mai superate; i caratteri generali sono quelli che conosciamo ma addirittura qui il tempio è trittero (con tre file di colonne sul davanti e sul retro), con la differenza che nelle colonne di facciata si nota una differenza tra gli interassi, mentre su quelle retrostanti no (questo crea una differenza di numero tra le colonne del lato orientale quelle del lato occidentale); anche qui troviamo un pronao molto profondo (infatti nella nuova struttura fu ripetuto il vecchio naos), anzi ancora più profondo degli altri. Nella costruzione vengono riutilizzati alcuni elementi che si ispirano un po' a quelli dell’Heraion III, ovvero vengono riutilizzati per esempio basi di colonne che appartenevano al tempio precedente, che però non si discostano molto da quelle del quarto tempio (che assumono profili un po' più sofisticati). Anche il capitello si arricchisce ulteriormente, perché dagli elementi che noi conosciamo si aggiunge una fascia floreale che avvolge tutto il collo del fusto, è il famoso anthemion (ovvero un elemento floreale che i sami prendono in prestito dall'Egitto); questa decorazione avvolge la zona sotto il capitello, anche in questo caso si trovano due tipi di capitello, uno che ornava i lati esterni mentre un altro tipo ornava la peristasi interna (che ricorda le influenze egiziane). Molto variabili sono le misure delle colonne, a parità di altezza (18,50 m) i diametri variano da 2,05 a 1,65, mentre il grado di snellezza varia da 9 a 11, inoltre la lunghezza degli interassi viene adeguata in maniera arbitraria. Infine la costruzione del nuovo tempio porta alla costruzione del portico a nord del tempio.
Con questo si conclude l'età arcaica per quello che riguarda le regioni ioniche, mentre non esiste l'età classica perché nel 535 a.C. le vicende storiche che interessano l'Anatolia la fanno rientrare nell'orbita persiana e poi ateniese, quindi non è più un centro di elaborazione artistica ma lo ridiventerà quando Alessandro magno nel 324 a.C. libera la Ionia dal gioco persiano; quindi con l'età ellenistica l'Anatolia diventa nuovamente un centro di elaborazione, però tra i 480 e 324 gioca un ruolo secondario.
Quindi dopo il 546 Ciro il grande conquista la Ionia e la trasforma in satrapia fino al 478 quando al dominio persiano si sostituisce quello ateniese fino alle guerre del Peloponneso del 404, anno in cui l’Anatolia passa sotto il dominio di Sparta fino al 387, quando gli spartani vendono questa regione ai persiani fino al 324 anno in cui Alessandro magno libera alla regione.

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