Il tempio di Era ad Olimpia


Per tornare al tempio di Hera, la struttura, intorno al 600, è quasi completamente costituita in materiale lapideo, in legno rimangono soltanto alcune colonne che formano la peristasi, infatti il diametro delle colonne varia, questo si può spiegare con il fatto che all'epoca i visitatori offrivano intorno una colonna o un pezzo di costruzione, per questo è probabile che questo edificio in origine costruite in legno si sia gradualmente tramutato in pietra grazie ai devoti. È stata anche individuata una parte che risale intorno al 650 a.C. nella quale il tempio era costituito soltanto da un pronao e dalla cella (lunga 100 piedi), al cui interno era sempre realizzato con una serie di speroni che ha aggettano dei muri perimetrali che servivano a consolidare la struttura muraria. Il tutto posava su un basamento di pietrame legato da argilla mentre i muri erano costituiti da mattoni crudi ed essiccati al sole; dell'alzato non si sa niente, ma si può presumete una copertura costituita da travi di legno coperte da fogliame.

Intorno al 600 a.C., quando Olimpia inizia a diventare famosa diventa meta di molti visitatori, si procede anche a rendere il posto più accogliente quindi al tempio viene aggiunto l’opistodomo (creando una struttura perfettamente simmetrica), circondata da una peristasi (6x16) e la copertura diventa a doppia falda e frontonata. La peculiarità di questo tempio, rispetto a quelli già esaminati, rimane quindi la presenza di questi speroni che in questa fase vengono alternati da delle colonne; si assiste quindi a questa alternanza all'interno della cella che rappresenta qualcosa di peculiare ed insolito rispetto alla concezione dello spazio interno greco. Altri esempi di modernità si riscontrano nella volontà di collegare il rettangolo interno con quello esterno, questo legame è ottenuto in senso longitudinale facendo coincidere il filo del muro esterno con dell'asse della seconda della quinta colonna sulla facciata; questo elemento è uno dei due che compone la compensazione classica che verrà attuata in modo definitivo nel tempio di Zeus. Altro esempio di modernità è quello che riguarda la contrazione angolare, infatti la corrispondenza delle colonne esterne della peristasi e i sostegni interni (che nasce anche da un'esigenza tattica) porta al fatto che gli interassi sono tutti uguali, questo però non si verifica agli angoli del tempio perché la misura da rispettare è quella di 100 piedi, si verifica quindi un restringimento della metopa (che in questo caso si veda ad occhio nudo) i greci cercarono di compensare questa mancanza con la sistemazione di un grande acroterio (un elemento ornamentale che veniva messo nella punta del frontone). Sono presenti anche molti aspetti arcaizzanti: il fatto che le colonne sono molto tozze, l’echino è molto schiacciato, il muro della cella è formata da un basamento più spesso sul quale si imposta il muro vero e proprio della cella (questo accorgimento si chiama toikobat).

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