Il tempio di Poseidone a capo Sunio


Le stesse tendenze le troviamo ancora più accentuate nel santuario di capo Suino realizzato completamente in marmo attorno al 449 a.C. La sistemazione dell'area del santuario va considerata in due fasi, una parte più antica risalente agli inizi del V secolo, che vede la realizzazione di un tempio periptero in calcare poros (che si presenta con tutte le caratteristiche dei templi tardo arcaici, con la divisione della cella in più parti); già quest'epoca il santuario risulta essere sistemato nelle sue parti essenziali perché a quell'epoca esisteva già la sistemazione dei terrazzamenti, con un adeguato sistema difensivo e già a quell'epoca era stato descritto lo spazio sacro (lungo questo muro era anche presente una sale e un propilon). Dopo le guerre persiane, nel 441, il santuario viene ricostruito utilizzando il marmo e del vecchio impianto si mantiene esclusivamente il basamento (rivestito anch'esso di marmo); insieme con il tempio viene ristrutturata anche la grande sala che viene aperta alla zona antistante con un porticato (viene anche ristrutturato il propilon). Il tempio del 441 si presenta come un periptero di 6x13 colonne, che riproduce molti elementi del tempio precedente, anzi qui vengono accentuati perché il progettista non si accontenta di ampliare il portico d'ingresso ma anche quello posteriore (ristabilendo quella regola antica perché entrambi sono larghi due interassi), quindi utilizza una regola antica ma con un intento diverso. Nello stesso tempo l'architetto porta avanti l'idea già vista nel Teseion, perché non si limita a sistemare l'architrave soltanto su di un lato, ma lo estende agli altri tre lati in quanto mostrano un fregio scolpito, realizzando un accostamento tra l'ordine dorico esterno dell'ordine ionico interno (cioè l'architrave appare all'esterno ordinato con triglifi e metope, all'interno con un fregio ionico), questo può essere considerato come uno di quegli elementi manieristici di cui abbiamo parlato (le sculture vengono assunte come decorazione interna). Ancora di più che nel Teseion le colonne sono slanciate verso l’alto e anche la trabeazione è molto bassa, per non parlare dell’effetto di diradamento.
Insieme con questi esempi che si pongono in contrasto con gli esempi dell’età di Pericle sono edifici che si allineano alle tendenze apparse negli edifici periclei ed ad Argo viene costruito un tempio che, soprattutto per i partiti decorativi, ricorda gli esempi dell’acropoli ateniese. Il nuovo tempio dedicato ad Hera riecheggia temi periclei sia nella distribuzione della cella interna, sia anche nell’approfondimento dei portici. Anche nel terzo santuario di Apollo a Delo notiamo come ricordi il tempio di Atena Nike, con un impianto anfiprostilo, in opposizione con la politica periclea che aveva impedito la ricostruzione di questo tempio.
Si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un tempio ionico per la snellezza delle colonne, ma sopratutto per lo stile decorativo plastico e il lussureggiante acroterio, che tradisce la provenienza ionica delle maestranze.

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