Il tempio di Atena Alea a Tegea e di Zeus a Nemea


Con Tegea e Nemea inizia il processo di decadimento che è contrassegnato da un atteggiamento manieristico in quanto gli architetti di queste opere hanno d’innanzi esempi altissimi, però ci sono circa 50 anni di differenza, in quanto a Tegea la costruzione del tempio viene iniziata nel 350 a.C., e in questo periodo si assiste a una sorta di imitazione di queste architetture considerate irraggiungibili dal punto di vista degli esiti figurali, si tratta di citazioni piuttosto che di imitazioni senza capire le ragioni che hanno determinato queste formule specifiche (si tratta di forme copiate prive della vitalità determinata dai contrasti). Il tempio di Atena Alea è un periptero di 6x14 colonne e presenta tutta una serie di richiami con i suoi grandi portici frontali (presi da Basse) e l’edificio ripete dal punto di vista dell’impianto quasi tutte le parti vista e Basse, tante vero che si pena che Scopas (il progettista) si sia troppo ispirato. L’atteggiamento manieristico si nota nella distribuzione e nella concezione dello spazio della cella, la pianta dimostra come le colonne siano addossate direttamente alla parete (infatti la parete risulta modulata da una serie di semicolonne a due piani, questo è uno di quegli elementi manieristici perché l’occhio greco è abituato a vedere lo spazio tra le colonne) e come se si volesse imitare il doppio ordine creato nei templi arcaici però cambiando l’ordine di riferimento, prima ordine dorico adesso corinzio e poi ionico, anche la sovrapposizione degli ordini è abbastanza spregiudicata per mettere in discussione il sistema. Si tratta di una disgregazione ottenuta attraverso elementi ottici eliminando la compattezza dell’ordine.

 Questo attacco matura nel santuario di Zeus a Nemea un periptero di 6x12 colonne, anche qui il rimando a Basse e a Tegea è evidente per quanto riguarda l’impianto planimetrico, lo stesso nell’alzato (per ottenere l’effetto di disgregazione ottica con colonne sottili e trabeazione bassa); l’altro elemento che ancora segna un allontanamento è la mancanzadell’opistodomo negando la regola di creare una perfetta corrispondenza tra le due estremità dell’edificio, che segna in maniera definitiva il rifiuto di questo ordine. le colonne sono ancora più snelle e la trabeazione più sottile (1:4)
Dopo questo in Grecia non si realizza quasi più niente fino all’età romana (l’unica cosa che si inizia a costruire è il tempio di Zeus Olimpeion a Atene ma viene finito in età romana).

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